E nuovamente rabbia: il comunicato stampa di Nondasola
Pubblichiamo il comunicato stampa che Nondasola ha inviato alla stampa locale a proposito del femminicidio di Martina Carbonaro.
Giulia, Aurora, Sara, Ilaria, Martina… quanti altri nomi di giovani donne ammazzate da loro coetanei ragazzi e ragazze dovranno ancora sentire? Quante altre situazioni di vite, sogni e desideri stroncati per mano di giovani uomini incapaci di confrontarsi con un rifiuto quale esperienza tollerabile e necessaria nel proprio percorso di crescita? E’ di ieri la notizia che Martina Carbonaro, di anni 14, è stata uccisa dal suo ex fidanzato, di anni 18, reo confesso, dopo che lei lo aveva lasciato. E nuovamente rabbia, frustrazione e dolore ci abitano come operatrici e attiviste di un centro antiviolenza, impegnate da oltre 25 anni in progetti di prevenzione con le giovani generazioni. A ogni nuovo femminicidio che coinvolge una loro coetanea la volontà di animare un cambiamento culturale che sradichi la violenza dalle loro relazioni subisce un duro contraccolpo. Siamo davvero credibili ai loro occhi? Quello che proponiamo loro è alla loro portata o piuttosto stiamo chiedendo qualcosa di inutile perché tanto la maggioranza delle persone non cambia la mentalità. Quindi?
Quando parlavate nel cerchio, non ascoltavo tanto voi ma mi concentravo a pensare se nella relazione con la mia ragazza avevo fatto qualcosa che lei aveva percepito come violenza.. poi ne abbiamo parlato ed è stato un momento che.. non so.. è stato come sfiorarsi per la prima volta.
Tommaso di anni 17 non è solo nel mostrare questa sensibilità e farsi interrogare da un desiderio di cambiamento. In questi ultimi anni ascoltiamo sempre di più giovani voci maschili che qualificano come ‘tossici’ i canoni di mascolinità dominanti, che ammettono che stare sul piedistallo non è sempre vantaggioso né coerente con ciò che si sente, che, anche maldestramente, cercano modi di essere e stare in relazione più veri, empatici, meno performativi. Certo, non siamo delle illuse. Queste voci hanno bisogno di trovare più spazio, di essere incoraggiate e amplificate per non soccombere alle tante altre (di cui pur ci mettiamo in ascolto) che continuano a replicare categorie, pregiudizi, valori che vedono nell’abuso di potere maschile un mezzo legittimo per mettere le donne al loro posto, e se quel posto è il cimitero va bene lo stesso, anzi da là, la loro voce e la loro libertà saranno silenziate con pietra tombale. Siamo allora noi adulti chiamati ad assumerci la responsabilità di intravedere quelle piccole luci di cambiamento che diversi ragazzi stanno provando ad accendere, a partire da sé, un po' smarriti e incerti ma pur sempre coraggiosi. E noi quanto coraggio e coerenza siamo disposti/e a mettere in campo per rifondare le relazioni tra uomini e donne nella cifra del due e della reciproca libertà?