Progetto In-differenza

Dal 1999 abbiamo pensato come Associazione Nondasola di rivolgerci in modo particolare al mondo della scuola, come luogo, ancora privilegiato, di formazione e di crescita in grado di assumere la cultura della prevenzione e di porre l’attenzione, nel suo agire quotidiano, alle relazioni tra i generi, con l’auspicio che questo possa contribuire in modo significativo a contrastare la violenza maschile contro le donne ma soprattutto a sostenere la logica della prevenzione. Nel nostro lavoro quotidiano, da un lato, c’è la volontà di incidere sulla realtà, la spinta a produrre dibattiti, confronti, condivisione di saperi e dall’altro c’é la vita stessa delle donne e dei minori accolti e ospitati nelle case rifugio che offre spunti importanti di lettura, analisi, discussione, rielaborazione e prevenzione. L’alto investimento in termini di studio, auto-formazione e formazione, rielaborazione dell’esperienza e ricerca è garanzia di una progettazione che si rinnova, si aggiorna a partire dai segnali, anche piccoli, di cambiamento, resistenza, spostamento che l’incontro con i/le ragazzi/e, gli educatori e le educatrici e i docenti ci suggerisce.

La nostra metodologia

Andare in aula” è una pratica non disgiunta dal pensiero che richiede a ognuna di noi della gruppa grande impiego di energie, tempo, disponibilità. Significa stare nell’incertezza e affrontare volta per volta moltissime variabili. Le dinamiche di gruppo all’interno della classe, i diversi processi comunicativi nel rapporto tra maschi e femmine, con i/le coetanei/e dello stesso genere, i cambiamenti di rotta durante le ore in cui siamo con loro, gli eventi e gli umori che accadono, le parole accuratamente scelte e imprevedibili, su cui basiamo gran parte del nostro stare. E tutto questo è l’imprevisto della relazione.

Per gli/le studenti parlare della loro esperienza di essere sessuati, mettere al centro le proprie vite non è operazione né semplice né scontata. Ascoltarsi, avere davanti e affianco l’altro, guardarsi, stare attenti alle parole dell’altro/a è pratica a volte desueta che si scopre durante gli incontri come pratica da cui partire.

Nel nostro essere in aula comprendere è l’obiettivo, con la consapevolezza che ogni incontro - in ciascuna classe– rifugge la sua replicabilità.

Utilizziamo il piano metaforico e simbolico, attraverso albi illustrati e linguaggio poetico; proposte di giochi e attività ludiche corporee e non per ‘apprendere ed esperire’ alcuni aspetti chiave della relazione tra i sessi; utilizzo del linguaggio visivo nelle sue differenti declinazioni (pubblicità, campagna sociale, sensibilizzazione culturale, politico…) a stimolare un esercizio di lettura e decodifica dei contenuti che proponiamo; cerchio di parola e uso della domanda per impostare un confronto sulla pratica del partire da sé e della riflessione sulla propria esperienza; proposta di linguaggi espressivi diversi (visivo, audio-visivo, artistico, teatrale, corporeo) quali occasioni di analisi critica delle strutture di potere che legittimano diseguali rapporti tra i sessi; attività in piccolo e grande gruppo per ‘fare esperienza’ di relazioni sessuate paritarie valorizzando la presa di parola, l’argomentazione della propria posizione, la mediazione, la produzione collettiva.